San Biagio e la festa della Candelora
Il culto di san Biagio era presente già nel borgo di Santa Maria Nuova nel periodo medievale , la chiesa conserva nell’altare maggiore un dente con alcuni resti del santo ed il culto si diffuse al punto tale che nel XV secolo all’edificazione della nuova chiesa di Santa Maria Nuova, egli divenne compatrono della stessa insieme alla beata Vergine della Purificazione.
I Canonici Lateranensi commissionarono a Gandolfino da Roreto ai lati del portale d’ingresso due affreschi raffiguranti i protettori della chiesa, sant’Agostino protettore dell’Ordine e San Biagio. Quest’ultimo era un medico armeno vissuto tra il III e IV secolo a Sebaste in Asia Minore che venne perseguitato e decapitato dai romani perché rifiutò di rinnegare il Cristianesimo.
La data della festa di San Biagio si colloca tra il 2 e 3 febbraio ( a seconda delle zone europee), questa si sovrappone alle feste tradizionali pagane per la fine dell’inverno che risalgono già a 50.000 anni fa : secondo i celti le grandi piogge di febbraio erano viste come segni di purificazione della terra e molte volte erano associate alle accensioni delle candele.
Ne consegue una serie di manifestazioni cristiane sovrapposte ai riti pagani, come la festa della Purificazione della Vergine e di San Biagio che coincidono con la cosiddetta offerta di candele benedette o “Candelora”. Durante la funzione in onore del santo, oltre alle candele, venivano benedetti dei pani che assumevano anche fogge particolari : a forma di treccia o di trachea, grezzo, dolce o salato e venivano consumati dopo la funzione.
Il pane che avanzava veniva conservato ed utilizzato come curativo delle affezioni della gola. Dopo la processione i ceri venivano conservati nelle abitazioni dei fedeli per essere riutilizzati, per ingraziarsi le intercessioni di San Biagio, durante calamità meteorologiche, oppure nell’assistenza di una persona gravemente malata, o nel caso di epidemie. Il “Corteo storico” preceduto da vessillifero, sbandieratori e musici si apre con il priore di Santa Maria nuova recante le caratteristiche candele incrociate per la benedizione della gola , accompagnato da due religiosi uno recante le reliquie del santo, l’altro con il pane benedetto. Segue il “paliotto” di San Biagio protettore della corporazione dei lanaioli , seguito dalla nobile famiglia di drappieri dei Lupi che aveva i propri edifici commerciali in santa Maria Nuova recanti le candele tipiche della “Candelora”.
Bibliografia
• Stefano Robino , Rievocazioni ed attualità di Santa Maria Nuova in Asti, Tipografia Moderna Asti 1935, pg. 28,29,30,60,61,62
• Guglielmo Visconti, Diocesi di Asti e Istituti di vita religiosa, Gazzetta d’Asti,i Asti 2006, pg. 62,63,64,65, 101
• Claude Gagnebet, Jean Dominique Lajoux, Arte profana e religione popolare nel medioevo, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1986, pg.64, 69, 79, 98, 99, 100,114 e seguenti