Corse di cavalli erano presenti già nell’antichità in tutta la penisola fin dal periodo romano. Il cimento equestre era visto come disciplina ludico-bellica che preparava la gioventù a destreggiarsi sui campi di battaglia.
Nel periodo medievale le corse dei cavalli si alternavano ad altre giostre quali le cacce, il saracino, i tornei equestri. Ad Asti la prima notizia certa ce la tramanda il cronista Guglielmo Ventura quando il 10 Agosto 1275, l’esercito astese corre un Palio straordinario sotto le mura della sconfitta città rivale di Alba, in segno di scherno ed umiliazione.
Alcuni decenni prima, nel 1250 veniva creata la “Societas Militium” costituita dai combattenti a cavallo. Infatti, nel 1275 la corsa straordinaria è la riproposta di una consuetudine consolidata di una corsa durante le festività del Santo Patrono Secondo. E’ in questo periodo che la corsa viene definita “correre il Palio” cioè concorrere alla vittoria di un panno prezioso (il pallium appunto) : in un soffitto ligneo di una casa astese del XIV secolo sono raffigurati giovani cavalieri che al galoppo convergono con un braccio teso verso una dama tenente due vessilli . questa immagine allegorica, non può non rimandare alla consuetudine per il Palio antico di dover “toccare il pallium” per poterselo aggiudicare.
Avendo questa forte connotazione religiosa , l’organizzazione della festa principale e quindi della corsa, ebbero per la città di Asti nei secoli sempre una grande importanza e seguìirono canoni e cadenze ben consolidate al punto tale che anche quando la città perse la propria autonomia fu premura dei signori locali mantenere questo diritto cittadino.
In un primo tempo la corsa era ad esclusiva partecipazione dei giovani rampolli delle famiglie nobili della città che si cimentavano , montando a pelo (cioè senza sella) dei “berberi” purosangue.
Dopo il passaggio di Asti dagli Orleans ai Savoia nel 1532 la Città inizia un lungo periodo di progressiva decadenza politica, economica, culturale e demografica. Per tutto il Cinquecento, tuttavia, il Palio vede come principali protagoniste le società di borgo o di quartiere.
Nel Seicento le Confraternite Astigiane iniziano a partecipare al Palio poco prima del 1648, essendo esse ubicate nelle varie aree della città sono anche punto di riferimento per i vari quartieri astigiani.
Accanto alle Confraternite, si schierano altri più occasionali, eterogenei e modesti concorrenti . Tra gli enti associativi di tanto in tanto compaiono compagnie laicali legate alle parrocchie, o corporazioni di Arti e Mestieri ( ad es. Falegnami, Facchini, Sarti, Panettieri, Tessitori) o concorrenti privati.
E’ in questo periodo che nascono e si consolidano le regole presenti ancora oggi nel Palio moderno: l’iscrizione dei cavalli, le prove , le cene e le feste propiziatrici della vigilia. Per ultimo ” il giro della vittoria ” : il sodalizio vincitore della corsa sfilava una settimana dopo con il Palio per le vie della città andando ad omaggiare tutti i luoghi del potere ( il Comune, il Governatore, il Vescovo, i principali conventi) ricevendo l’omaggio delle istituzioni . Il Palio conquistato veniva solennemente consacrato nella chiesa del sodalizio in un tripudio di musica e canti. Il territorio del sodalizio veniva illuminato per più giorni, ed ospitava feste da ballo, rinfreschi e spettacoli pirotecnici.